Fare un mutuo conviene! Come scegliere.
Fare un mutuo oggi, per l’acquisto o la ristrutturazione della casa, ma anche per sostituire un vecchio mutuo (tecnicamente si chiama “surroga”) può costare meno dell’1% di interessi. In pratica, per un prestito di 80.000 euro si spendono meno di 800 euro l’anno, circa 65 euro al mese: una cifra paragonabile al costo degli abbonamenti per vedere in tv il calcio, il cinema e le serie Netflix.
Una situazione eccezionale, dovuta alla scelta della Banca Centrale Europea (BCE) di azzerare i tassi di interesse dell’area Euro per incentivare i prestiti a cittadini e imprese. Oggi le banche possono ottenere prestiti dalla BCE senza interessi, in quanto il cosiddetto tassi di rifinanziamento è pari allo 0%, mentre devono addirittura pagare per depositare presso la BCE il denaro che raccolgono, in quanto il tasso sui depositi è pari allo -0,5%.
Ecco come funziona un mutuo immobiliare. Il tasso d’interesse, com’è noto, è un costo che il debitore sostiene per ricevere nell’immediato la liquidità richiesta da un creditore. Quest’ultimo ha diritto a una remunerazione sul capitale per il periodo di tempo necessario a rientrare in possesso della somma prestata. Nel caso dei mutui, occorre scegliere tra l’opzione a tasso variabile, in cui il tasso di interesse varierà nel tempo in funzione delle condizioni del mercato, e l’opzione a tasso fisso, che permette di avere una rata sempre uguale per tutta la durata del mutuo, ma non consente di beneficiare di eventuali riduzioni dei tassi di mercato come quelle che si sono succedute negli anni recenti.
Nel caso del tasso variabile, le banche presentano le loro offerte sotto forma di spread, cioè di “differenza” rispetto al tasso interbancario di riferimento, di solito il tasso Euribor, che è legato ai tassi decisi dalla BCE. Per esempio, pagare uno spread dello 0,90% vuol dire che la spesa effettiva da sostenere dipende dalla somma tra 0,90% e il tasso Euribor, che nel mese di novembre 2019 era negativo attorno allo 0,40%: quindi il tasso effettivo pagato sul mutuo risultava, a novembre, di appena mezzo punto percentuale (0,90% – 0,40% = 0,50%). Per il tasso fisso, le banche presentano invece il cosiddetto “tasso finito”, che è anch’esso frutto della somma di uno spread e di un tasso di riferimento (in questo si utilizza il tasso Eurirs). Sempre a novembre 2019, si trovavano anche tassi fissi intorno all’1%: ovviamente, in quel caso l’1% di interesse si intende fisso e immodificabile fino alla scadenza del mutuo, indipendentemente dalle variazioni dei tassi decise dalla BCE.
Prima di imbarcarsi nella ricerca del mutuo è bene sapere che, per avere una dimensione dei costi precisa, occorre integrare il tasso presentato sulla carta, o tasso nominale (Tan: tasso annuo nominale) con i costi accessori necessari all’apertura del mutuo, che includono le spese di perizia sul valore dell’immobile, le tasse sul mutuo, le assicurazioni, le spese notarili. La somma di questi costi è sintetizzata in un tasso effettivo denominato Taeg: tasso annuo effettivo globale.
Da notare che, al di là dei valori dei tassi di mercato, il costo reale del finanziamento dipenderà soprattutto da due elementi: la durata del mutuo (più è lunga e maggiore sarà il costo) e l’entità del finanziamento in funzione del valore di perizia dell’immobile.
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